Passeggiando fuori dagli itinerari consueti in Toscana ogni due passi si scopre una meraviglia: querce che rasentano il cielo con i rami, ruscelli che cantano giù per il pendio ombroso, acqua chiara e fresca come l'argento vivo.
Stradine, vecchie mulattiere battute di sassi, antichi borghi, chiese, torri nel silenzio di cose lontane sembrano sepolte nell'ombra dei ricordi: chi si avventura in questi paesaggi resta colpito da uno scenario di rara bellezza. Pare che su questa terra incomba un ombra medioevale piena di mistero. Da un dirupo compare improvvisa la rovina di un castello: muri ricoperti d'edera, un occhio ogivale ancora resiste all'usura del tempo e ti fissa sotto il cielo levigato.
Mentre l'occhio si immerge nello spettacolo dell'orizzonte, spaziando dai vaghi monti del Chianti alle snelle e rosseggianti colline senesi, lentamente s'immerge nel passato e ripopola di fantasmi la rudezza del luogo. Dalla folta boscaglia compare all'improvviso una colonica. Il tetto è crollato ma un nuovo abitante ha fatto il suo ingresso: una quercia svetta all'interno imperiosamente mentre riecheggia all'esterno il cinguettare degli uccelli come un coro di benvenuto.
Per le pendici delle vallate, gli ulivi formano come una bianca ghirlanda. I cipressi si mettono ritti contro il sole e una pieve rossa dal campanile piccino è come ala sospesa in aria con la sua campana ciondoloni all'arco di pietra, che nessuno scorge ma a tutte le ore sempre suona.
Si ringrazia www.geocities.com/chianti_toscana per questo articolo
Il Chianti, origine di un nome e di un vino tra storia e leggenda
Molte sono le leggende che riguardano il Chianti e il suo vino.
Tra queste quella che fa nascere il gallo nero in una singolare tenzone medievale; ma è dato storico che proprio il gallo nero, simbolo della pace raggiunta tra le due repubbliche toscane, fu a partire dal 1300 l'insegna della Lega militare del Chianti.
Tuttavia il Chianti viene messo in relazione con il vino solo nel XVI secolo, quando si tracciano i confini della regione del Chianti.
Nel settembre dell’anno 1716 si ha il primo atto legislativo a difesa del vino e della denominazione d’origine con un decreto di Cosimo III dei Medici Granduca di Toscana, noto poi come il “Bando”, che può essere considerato il precursore dell’attuale sistema della Denominazione di Origine Controllata. Infatti la zona che Cosimo voleva preservare come regione del Chianti coincide in gran parte con l’attuale regione DOC del Chianti.
Nel 1932 sul territorio della Regione chiantigiana viene delimitata una zona compresa fra la città di Firenze per 304 Km2 e Siena per 414 Km2 con il riconoscimento e la difesa della produzione del vino Chianti Classico.
Il provvedimento, a due secoli di distanza, segue l’iniziativa medicea che aveva racchiuso nel “Barco Reale” cinto da una muraglia di 32 miglia, la produzione del Vino Carmignano.
Nel 1964, con la promulgazione della legge per la tutela dei vini iniziano i riconoscimenti che oggi investono quindici zone a D.O.C. entro cinque provincie (Siena, Firenze, Arezzo, Pistoia, Pisa).
Qui vengono coltivati vari vitigni sia a frutto rosso come il Sangiovese e il Canaiolo nero, che bianco, come il Trebbiano Toscano e la Malvasia del Chianti, cui si aggiungono i vitigni locali: il Colorino e il Prugnolo.
A queste varietà si possono aggiungere altre cultivar quali il Prugnolo gentile (Sangiovese grosso) coltivato nel Comune di Montalcino, il Ciliegiolo ed il Montepulciano, vitigno diffuso maggiormente nella zona sud orientale della Toscana.
I vini del Gallo Nero sono presenti su mercato in due versioni: normale e riserva.
Il primo è contrassegnato dal marchio del gallo nero con bordo rosso, il secondo con l'antico emblema con bordo oro.
Il Chianti Classico normale viene messo in commercio a partire dal 1 ottobre successivo alla vendemmia; la riserva, invece, può essere definita tale solo se raggiunge una maggiore gradazione alcolica (12,5°) e dopo aver subito un invecchiamento minimo di ventisette mesi, di cui almeno tre di affinamento in bottiglia. Si tratta di un vino "importante" al quale sono destinate fin dalla vendemmia le uve migliori.
Attualmente esistono due diversi consorzi: quello del Gallo Nero e quello del Vino Chianti Classico (è recente la trasformazione del Consorzio del Gallo Nero in Consorzio del Marchio Storico).
I due consorzi hanno finalità diverse.
Lo storico Gallo Nero funge da promotore del marchio in Italia e all’estero; il Consorzio Vino Chianti Classico ha invece compiti di ispezione e tutela della denominazione.
Si ringrazia www.geocities.com/chianti_toscana per questo articolo
Tra queste quella che fa nascere il gallo nero in una singolare tenzone medievale; ma è dato storico che proprio il gallo nero, simbolo della pace raggiunta tra le due repubbliche toscane, fu a partire dal 1300 l'insegna della Lega militare del Chianti.
Tuttavia il Chianti viene messo in relazione con il vino solo nel XVI secolo, quando si tracciano i confini della regione del Chianti.
Nel settembre dell’anno 1716 si ha il primo atto legislativo a difesa del vino e della denominazione d’origine con un decreto di Cosimo III dei Medici Granduca di Toscana, noto poi come il “Bando”, che può essere considerato il precursore dell’attuale sistema della Denominazione di Origine Controllata. Infatti la zona che Cosimo voleva preservare come regione del Chianti coincide in gran parte con l’attuale regione DOC del Chianti.
Nel 1932 sul territorio della Regione chiantigiana viene delimitata una zona compresa fra la città di Firenze per 304 Km2 e Siena per 414 Km2 con il riconoscimento e la difesa della produzione del vino Chianti Classico.
Il provvedimento, a due secoli di distanza, segue l’iniziativa medicea che aveva racchiuso nel “Barco Reale” cinto da una muraglia di 32 miglia, la produzione del Vino Carmignano.
Nel 1964, con la promulgazione della legge per la tutela dei vini iniziano i riconoscimenti che oggi investono quindici zone a D.O.C. entro cinque provincie (Siena, Firenze, Arezzo, Pistoia, Pisa).
Qui vengono coltivati vari vitigni sia a frutto rosso come il Sangiovese e il Canaiolo nero, che bianco, come il Trebbiano Toscano e la Malvasia del Chianti, cui si aggiungono i vitigni locali: il Colorino e il Prugnolo.
A queste varietà si possono aggiungere altre cultivar quali il Prugnolo gentile (Sangiovese grosso) coltivato nel Comune di Montalcino, il Ciliegiolo ed il Montepulciano, vitigno diffuso maggiormente nella zona sud orientale della Toscana.
I vini del Gallo Nero sono presenti su mercato in due versioni: normale e riserva.
Il primo è contrassegnato dal marchio del gallo nero con bordo rosso, il secondo con l'antico emblema con bordo oro.
Il Chianti Classico normale viene messo in commercio a partire dal 1 ottobre successivo alla vendemmia; la riserva, invece, può essere definita tale solo se raggiunge una maggiore gradazione alcolica (12,5°) e dopo aver subito un invecchiamento minimo di ventisette mesi, di cui almeno tre di affinamento in bottiglia. Si tratta di un vino "importante" al quale sono destinate fin dalla vendemmia le uve migliori.
Attualmente esistono due diversi consorzi: quello del Gallo Nero e quello del Vino Chianti Classico (è recente la trasformazione del Consorzio del Gallo Nero in Consorzio del Marchio Storico).
I due consorzi hanno finalità diverse.
Lo storico Gallo Nero funge da promotore del marchio in Italia e all’estero; il Consorzio Vino Chianti Classico ha invece compiti di ispezione e tutela della denominazione.
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