Forse non tutti conoscono la nascita dell’emblema del “Gallo nero”, che ancora oggi rappresenta il vino prodotto nella regione celebre in tutto il mondo. Se ne trova traccia in una curiosa leggenda.
In essa si narra un episodio che mostra come già agli inizi del Duecento la rivalità fra le due repubbliche di Firenze e di Siena fosse particolarmente accesa.
La contesa era dovuta alla decisione di quali fossero i confini tra le due repubbliche, e la soluzione fu trovata escogitando una gara di velocità fra due cavalieri, uno che doveva partire da Firenze, l’altro da Siena e il cui punto d’incontro doveva rappresentare il limite dei due territori.
L’ora della partenza fu fissata al primo canto del gallo.
I fiorentini, però, più astuti dei loro rivali, si servirono per la sveglia di un galletto nero tenuto debitamente a digiuno, e che lanciò il suo richiamo molto prima dell’alba, forse ingannato dalla luce di una candela accesa appositamente.
Fu così che il cavaliere fiorentino, partito in anticipo, coprì una distanza maggiore, conquistando alla sua repubblica maggiori terre del rivale. Il luogo in cui i due si incontrarono porta ancora il nome di Croce Fiorentina.
Così il povero galletto divenne emblema del Chianti.
Addirittura, alcuni secoli dopo, il Vasari lo scelse, insieme a Bacco, per rappresentare questa regione in un affresco del soffitto del Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio a Firenze.
Pochi anni fa è stato creato un artistico Gallo in bronzo, alto quasi tre metri, realizzato dal prof. Bino Bini, creatore di prestigiose opere scultoree che hanno per soggetto animali che con l’uomo convivono sulla terra e che, con i loro diversi istinti, esprimono un grande carattere ed un forte attaccamento alla vita.
Il Gallo è stato collocato sul territorio di Greve in Chianti per ricordare questa famosa leggenda dei due valorosi cavalieri e la nascita così dell’emblema del Gallo Nero.
Si ringrazia www.geocities.com/chianti_toscana per questo articolo
Il Chianti, origine di un nome e di un vino tra storia e leggenda
Molte sono le leggende che riguardano il Chianti e il suo vino.
Tra queste quella che fa nascere il gallo nero in una singolare tenzone medievale; ma è dato storico che proprio il gallo nero, simbolo della pace raggiunta tra le due repubbliche toscane, fu a partire dal 1300 l'insegna della Lega militare del Chianti.
Tuttavia il Chianti viene messo in relazione con il vino solo nel XVI secolo, quando si tracciano i confini della regione del Chianti.
Nel settembre dell’anno 1716 si ha il primo atto legislativo a difesa del vino e della denominazione d’origine con un decreto di Cosimo III dei Medici Granduca di Toscana, noto poi come il “Bando”, che può essere considerato il precursore dell’attuale sistema della Denominazione di Origine Controllata. Infatti la zona che Cosimo voleva preservare come regione del Chianti coincide in gran parte con l’attuale regione DOC del Chianti.
Nel 1932 sul territorio della Regione chiantigiana viene delimitata una zona compresa fra la città di Firenze per 304 Km2 e Siena per 414 Km2 con il riconoscimento e la difesa della produzione del vino Chianti Classico.
Il provvedimento, a due secoli di distanza, segue l’iniziativa medicea che aveva racchiuso nel “Barco Reale” cinto da una muraglia di 32 miglia, la produzione del Vino Carmignano.
Nel 1964, con la promulgazione della legge per la tutela dei vini iniziano i riconoscimenti che oggi investono quindici zone a D.O.C. entro cinque provincie (Siena, Firenze, Arezzo, Pistoia, Pisa).
Qui vengono coltivati vari vitigni sia a frutto rosso come il Sangiovese e il Canaiolo nero, che bianco, come il Trebbiano Toscano e la Malvasia del Chianti, cui si aggiungono i vitigni locali: il Colorino e il Prugnolo.
A queste varietà si possono aggiungere altre cultivar quali il Prugnolo gentile (Sangiovese grosso) coltivato nel Comune di Montalcino, il Ciliegiolo ed il Montepulciano, vitigno diffuso maggiormente nella zona sud orientale della Toscana.
I vini del Gallo Nero sono presenti su mercato in due versioni: normale e riserva.
Il primo è contrassegnato dal marchio del gallo nero con bordo rosso, il secondo con l'antico emblema con bordo oro.
Il Chianti Classico normale viene messo in commercio a partire dal 1 ottobre successivo alla vendemmia; la riserva, invece, può essere definita tale solo se raggiunge una maggiore gradazione alcolica (12,5°) e dopo aver subito un invecchiamento minimo di ventisette mesi, di cui almeno tre di affinamento in bottiglia. Si tratta di un vino "importante" al quale sono destinate fin dalla vendemmia le uve migliori.
Attualmente esistono due diversi consorzi: quello del Gallo Nero e quello del Vino Chianti Classico (è recente la trasformazione del Consorzio del Gallo Nero in Consorzio del Marchio Storico).
I due consorzi hanno finalità diverse.
Lo storico Gallo Nero funge da promotore del marchio in Italia e all’estero; il Consorzio Vino Chianti Classico ha invece compiti di ispezione e tutela della denominazione.
Si ringrazia www.geocities.com/chianti_toscana per questo articolo
Tra queste quella che fa nascere il gallo nero in una singolare tenzone medievale; ma è dato storico che proprio il gallo nero, simbolo della pace raggiunta tra le due repubbliche toscane, fu a partire dal 1300 l'insegna della Lega militare del Chianti.
Tuttavia il Chianti viene messo in relazione con il vino solo nel XVI secolo, quando si tracciano i confini della regione del Chianti.
Nel settembre dell’anno 1716 si ha il primo atto legislativo a difesa del vino e della denominazione d’origine con un decreto di Cosimo III dei Medici Granduca di Toscana, noto poi come il “Bando”, che può essere considerato il precursore dell’attuale sistema della Denominazione di Origine Controllata. Infatti la zona che Cosimo voleva preservare come regione del Chianti coincide in gran parte con l’attuale regione DOC del Chianti.
Nel 1932 sul territorio della Regione chiantigiana viene delimitata una zona compresa fra la città di Firenze per 304 Km2 e Siena per 414 Km2 con il riconoscimento e la difesa della produzione del vino Chianti Classico.
Il provvedimento, a due secoli di distanza, segue l’iniziativa medicea che aveva racchiuso nel “Barco Reale” cinto da una muraglia di 32 miglia, la produzione del Vino Carmignano.
Nel 1964, con la promulgazione della legge per la tutela dei vini iniziano i riconoscimenti che oggi investono quindici zone a D.O.C. entro cinque provincie (Siena, Firenze, Arezzo, Pistoia, Pisa).
Qui vengono coltivati vari vitigni sia a frutto rosso come il Sangiovese e il Canaiolo nero, che bianco, come il Trebbiano Toscano e la Malvasia del Chianti, cui si aggiungono i vitigni locali: il Colorino e il Prugnolo.
A queste varietà si possono aggiungere altre cultivar quali il Prugnolo gentile (Sangiovese grosso) coltivato nel Comune di Montalcino, il Ciliegiolo ed il Montepulciano, vitigno diffuso maggiormente nella zona sud orientale della Toscana.
I vini del Gallo Nero sono presenti su mercato in due versioni: normale e riserva.
Il primo è contrassegnato dal marchio del gallo nero con bordo rosso, il secondo con l'antico emblema con bordo oro.
Il Chianti Classico normale viene messo in commercio a partire dal 1 ottobre successivo alla vendemmia; la riserva, invece, può essere definita tale solo se raggiunge una maggiore gradazione alcolica (12,5°) e dopo aver subito un invecchiamento minimo di ventisette mesi, di cui almeno tre di affinamento in bottiglia. Si tratta di un vino "importante" al quale sono destinate fin dalla vendemmia le uve migliori.
Attualmente esistono due diversi consorzi: quello del Gallo Nero e quello del Vino Chianti Classico (è recente la trasformazione del Consorzio del Gallo Nero in Consorzio del Marchio Storico).
I due consorzi hanno finalità diverse.
Lo storico Gallo Nero funge da promotore del marchio in Italia e all’estero; il Consorzio Vino Chianti Classico ha invece compiti di ispezione e tutela della denominazione.
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